PW32: mi piacciono le sorprese
Mabe Fratti; Blake+Yachty; Glastonbury. E alcune parole sul pop.
Questo fine settimana c’è stato il festival Glastonbury, che a questo giro mi è sembrato particolarmente a fuoco per scaletta, e di cui si è parlato molto per: i concerti contenenti messaggi a favore di Gaza e contro la guerra di Israele (ad esempio dai Kneecap, o dagli Idles che hanno fatto surfare sopra il pubblico un canotto di migranti di Banksy); per l’exploit dei Fontaines DC (e chi li piglia più?); per via di un “flop” dell’ultimo headliner (SZA); per l’exploit di un paio di act nostalgici (Avril Lavigne; Sugababes); per l’eccellente set di Dua Lipa. Che mi ha ispirato qualche ragionamento sul maschilismo, le contestualizzazioni, il pop. Del pop riparliamo alla fine.
Negli ultimi giorni sono state rese note le cinquine di candidati alle varie categorie delle Targhe Tenco 2024: tra questi un po’ di album di cui ho parlato, tipo Relax di Calcutta (miglior album); Hrudja di Massimo Silverio (miglior album in dialetto); Selva di Marta Del Grandi e In memoria di di Lamante (miglior album opera prima).
E ora, andiamo a sentire cosa c’è dentro la playlist New Music Pucci - che sta sempre anche su Apple Music, lo sai.
Cos’è uscito venerdì
Riprendendo dall’intro, Dua Lipa ha pubblicato un remix dell’ultimo album Radical Optimism (di cui parlai bene qui) con tutti i brani in versione estesa: decisamente migliorativo, perché fa respirare i groove dei pezzi e accentua i bassi in modo efficacissimo (Falling Forever da pelle d’oca). Non mi dilungo perché sono usciti tanti dischi nuovi interessanti. Parliamone.
Mabe Fratti, Sentir que no sabes
Il disco della settimana (forse del mese) è il quarto LP della violoncellista e cantante guatemalteca di base a Città del Messico Mabe Fratti. Se provassi a descriverlo con le categorie dei generi musicali (jazz, dream pop, post-punk, hypnagogic pop) cosa capiresti? Poco. Se invece ti dico che è straordinariamente melodico, accogliente, misurato, anche nella durata dei brani, e dolce nonostante gli angoli decisamente acuti e taglienti della sua scrittura e produzione - strumentazione ridotta all’osso; dinamica accentuata che lascia spazi vuoti, tra il boato e il tintinnio dell’hi-hat; registrazione in presa diretta piena di aria e di spazio fisico; incisi asimmetrici; distorsioni organiche, manipolazioni, suoni “naturali”, tape loop - forse cominci a intuire che si tratta di qualcosa di straordinariamente piacevole all’orecchio ma anche stimolante per chi vuole rimanere sorpreso e farsi cullare in questo mondo. Un mondo che attraversiamo non capendo e bagnandoci in questa incomprensione fino a vedere la magia dappertutto, se ho ben colto il concept. E OH Mabe, sapessi quanto non ci stiamo capendo nulla e quanto avremmo bisogno di magia…
James Blake + Lil Yachty, Bad Cameo
Questa collaborazione mi piace prima di tutto perché questo duo è improbabile, e le cose improbabili sono 100 volte più divertenti di quelle che scontate. Il disco mi ha dato molto l’impressione del work in progress, nel senso che ci sono idee che clashano, giustapposizioni di momenti clubbing e momenti psych (che è il trip di Yachty, come sai se mi leggi da un po’). Pezzi come Run Away From The Rabbit dove il gospel malato di Blake si incontra con la trap meditativa-ipnotica di Yachty secondo me sono i momenti più riusciti. Ma sono pronto a battermi per la stranezza di questo lavoro: disco dell’anno? No. Della settimana? Nemmeno. Ma questo viene con me fino alla fine dell’anno e oltre.
Laughing, Because It’s True
Questa nuova superband canadese te l’ho segnalata già tre volte (trovi tutto nel Cestone Pucci). Fanno quel power-pop codificato da band come i Big Star, ma suonano come chi ha ascoltato troppi Dinosaur Jr. (non esiste “troppi Dino Jr”). Melodicissimo, profumato, fresco, tutto costruito sugli intrecci di basso batteria chitarra voci (nel senso di armonie vocali), con la fiducia che questa roba non finirà mai di piacerci se fatta bene, con pensiero ed esercizio.
Lupe Fiasco, Samurai
Forse il concept migliore dell’anno: cosa sarebbe successo se Amy Winehouse si fosse dedicata al rap, come aveva lasciato intendere di fare in un messaggio lasciato nella segreteria del suo produttore Salaam Remi? Boh, idea magnifica, che l’artista di Chicago segue narrando le gesta di questa samurai della musica indossando beat nebbiosi jazzati e sputando flow imbattibili, allitterazioni esagerate e rime interne fittissime. Un capolavoro di storytelling ma anche un divertissement per un maestro del rap.
MILLY, Your Own Becoming
Un disco slowcore con un senso architettonico della scrittura e il desiderio di suonare “grosso” (è stato registrato a EastWest, storico studio di Los Angeles dove fu inciso, ad esempio, Pet Sounds). La sua amarezza è dolce, piena, crea dipendenza; la voce di Brendan Dyer (fino a qualche tempo fa unico titolare del nome MILLY) suona come quella di chi ha mollato tutto, le chitarre fanno il coro greco dell’inevitabile tragedia: tutto piuttosto deprimente, no? Tranne che qui e là son state sparpagliate caramelle sonore, come il triplo colpo che punteggia ogni paio di battute Drip From The Fountain (una canzone che avrebbero potuto fare i migliori Blink se fossero mai stati una band avventurosa). Ci sta.
Previous Industries, Service Merchandise
Open Mike Eagle, Video Dave e Still Rift, tre califfi del rap underground, si uniscono per un disco da veri ganzi. Produzioni in stile drumless come si dice oggi (cioè con bassi che non aspirano a staccarti la cornea), che lasciano spazio libero nel groove per metterci flow fittissimi, ubriachi, dietro il beat. E comunque tutti i producer (Child Actor, Quelle Chris, Smoke Bonito) ti fanno volare, specie Pliers e Fotomat. Minella.
The Drin, Elude The Torch
Quarto album di un gruppo post-punk di Cincinnati (già segnalato in passato) che è familiare con la parte più amara e biliosa di questa denominazione musicale. Di fatto, la situazione è questa: le melodie son seppellite nella cenere, le chitarre vengono frustate in modo impietoso, i bassi son fatti di ghisa e le batterie tirano dritto di motorik - più di una volta pare di sentire i primi AC/DC ma annegati nel fango e nel sonno. Poi arrivano fischi e armoniche e campane (Lease On Life) che pare una tetra festa di paese, e ti si stampa un sorriso sbilenco. L’ultima canzone è intitolata come il Prato Della Valle di Padova, se interessa. Gran disco.
Hiatus Kaiyote, Love Heart Cheat Code
I primi tre quarti del disco, parecchio morbidosi nello sviluppare il neo-soul psichedelico del progetto dell’australiana Nai Palm, non sorprendono quasi mai. Ma le ultime tre tracce in particolare (title-track, Cinnamon Temple, e la cover di White Rabbit dei Jefferson Airplane) sono tutt’altro che vezzeggiative, lusinghiere, patatose. Anzi, graffiano da matti e fanno tremare le gambe. E allora, vale la pena metterlo su dall’inizio.
Katy the Kyng, Selfies Of You
Non ho resistito alla tentazione di scrivere due righe anche su questo debutto straordinario di Kate Battistoni, di cui ti consigliai Shithole. Lei è una chitarrista che si è pagata il mutuo suonando nei casinò e altri posti così, tenendosi quasi interamente per sé la roba che le piaceva. Parliamo di una guitar-goddess, un personaggio con un senso dell’umorismo da camionista e la disillusione di chi ha passato troppo tempo a suonare in clubbini jazz e (immagino) matrimoni. Trasferitasi a Brooklyn conosce Marc Ribot che la convince a incidere questo disco, stilisticamente inafferrabile, che passa dall’alt folk al minimalismo, dal jazz al noise, dall’indie rock alla no wave. Chitarra, voce, batteria, synth monofonici. E delirio.
Altri album validi
Butta un orecchio anche su questi dischi, se ce la fai (di alcuni potresti trovare traccia nel Cestone).
🧘 Shackleton & Six Organs of Admittance, Jinxed By Being [dub zen; meditate, gente]
🫥 Channel Tres, Head Rush [rap danzerino; house, funk, dance c’è tutto; tranne i pezzi]
🥷 Prefuse 73, New Strategies... vol. 2 [psych funk jazz ambient; film music; calibro 73
🌚 Danny Paul Grody Duo, Arc Of Night [ambient folk; droni di chitarre; zampironi]
💍 Washed Out, Notes From A Quiet Life [chillwave; synth glassati; malva e lime]
🍭 Camila Cabello, C, XOXO [pop un po’ hyper; vuole essere brat ma è brut]
💔 Queen of Jeans, All Again [indie rock; 60-to-90s; chitarroni; mélo; gran disco]
👑 Guided By Voices, Strut Of Kings [rock sciallo; power pop; lo-fi spaziale; psych]
😢 Sour Widows, Revival Of A Friend [indie rock; slowcore; chitarrone; lutto e rabbia]
🪨 Hard Chiller, Heavy Cell - EP [rock peso; distorsioni e accordi minori deftoniani]
🧙♀️ Olof Dreijer & Diva Cruz, Brujas - EP [techno salsa; mambo magia; spasso paura]
🦕 Double Wish, Universe Sometimes - EP [dreampop; astronomia; pervinca; sofficini]
⚰️ Loma, How Will I Live Without a Body? [edgar allan pop folk psych; etereo; notturno]🦅 SUSS, Birds & Beasts [ambient folk; strumentali panoramiche; tra Seeger e Eno]
🍍 Asher White, Home Constellation Study [indie samba; chamber pop folk; spasso]
✒️ Storefront Church, Ink & Oil [chamber pop fatherjohnmistiano; enorme ma intimo]
🎱 Growing Stone, Death Of A Momma’s Boy [alt rock freudiano; malessere e nostalgia]
🎷 Fuubutsushi, Meridians [spiritual jazz; ambient folk; dolcissima malinconia]
🥁 Chris Corsano, The Key… [rock sperimentale; post-punk, noise, kraut; drum god]
🪵 The Felice Brothers, Valley Of Abandoned Songs [folk dylaniano; boschi, bar, brucia]
🫘 Lucy & Surf Gang, Jack & The Beanstalk [hypnagogic pop; 8-bit; lo-fi; pisolini trap]
Hai un artista da promuovere o una sponsorizzazione da proporre al Substack musicale in italiano con il seguito più attivo (cioè questo)?
Italo dischi
Venerdì è uscito il secondo album di ANNA. Se vuoi leggere cosa penso del tormentone estivo contenuto dentro questo disco, cioè 30° C, ne ho scritto su Fanpage. Se vuoi sapere cosa penso di Vera Baddie ti do un numero: 18 tracce su 18 parlano di relazioni sentimentali, possibili o impossibili, sottintese o malintese, sognate o rimpiante, con uomini. Non dico che l’amore e il sesso non siano importanti, per carità, e se questa roba interessa al pubblico chi sono io per separare Anna Pepe dai milioni di euro? Però, boh, fa strano ridurre tutto a quella sfera, ricondurre ogni discorso a una questione di chi ti vorrebbe scopare e chi ti vorresti scopare tu. Una volta si diceva che il rap era il regno dello storytelling: ho sentito 18 volte la stessa storia.
Lucta, Eterna lotta
Punk luciferino per l’album di debutto di una band milanese in giro da un po’. A volte melmoso (Il peso di ieri), a volte incazzato nero (Distante), il suono di questo gruppo è aspro, sa di sbozzato per la voce costantemente satura e distorta, o per certe illusioni di inciampo ritmico (Atro sentimento). Invece è tutto molto preciso, esplicito, chiaro: siamo neri di rabbia e vogliamo spaccare qualcosa. A costo di evocare spiriti maligni.
Skelets On Me, Gazzaladra
Chillwave da Trieste. Ma chillwave fino a un certo punto, perché nella musica di questo progetto fondato dall’altoatesina Valentina Giani ci sono apirazione, insoddisfazione, ansia che senti nei tempi irregolari o nei timbri calanti. Una specie di dreampop elettronico di Salvador Dalì. Un EP che nella sua nebbiolina umida ti coccola, sì, ma nasconde qualcosa.
Nella playlist troverai anche
Questo fine settimana ho ascoltato anche gli LP o EP di Wilco (estivo); Bodysinc (zarrobuffo); Pretty Sick (sgrat); Cornelius (piripripu); Megan Thee Stallion (bitch!); The Folk Implosion (chitarrino). E il disco postumo di Johnny Cash, con le incisioni abbandonate prima di iniziare a collaborare con Rick Rubin e i demo semi-inediti di Neil Young con la prima formazione dei Crazy Horse. E poi, questo po’ po’ di singoli.
🇮🇹 un Diodato piuttosto kiwanuko - gli Addict Ameba con una tropicalissima ELASI - una Fabiana Martone spaziale - uno Shiva Bakta un po’ 90s e ovviamente in 6/4 - gli Eugenio In Via Di Gioia con una canzone a sostegno di Toomaj Salehi (encomiabile) con Willie Peyote che mima il timbro del rapper iraniano con un deepfake AI (discutibile) - un Red Bull 64 finalmente decente di Massimo Pericolo prodotto da Crookers - una funkettosissima Vale LP che continua a piacermi anche con Lil Jolie - dei Palmaria di fumo e cristallo - il rework dei Subsonica con L I M (da quanto tempo!) - un frizzantino Amado con Albe (che bassi!) - i frattali, caldissimi, indietronici Vanarin
🌎 il primo singolo postumo di SOPHIE con Kim Petras e BC Kingdom - quel talentaccio di MJ Lenderman - una Clairo in marcia trionfale verso il suo nuovo album - dei Bright Eyes in formissima - i sempre sorprendenti SML - una Naima Block bravissima - quel gancio di HEEMS (sempre lui) con Vijay Iyer - un Manu Chao marcio quasi come prima di esplodere - una Tinashe sempre più proiettata in alto - le nuvolette di fumo di Georgia Gets By - i carinissimi indie rockerini Closebye - l’ennui cazzuto di Allegra Krieger - i sempre mattacchioni Melt Banana - dei Fucked Up vagamente cosmici - i The Waeve più spigolosi di prima - gli orientatissimi Google Earth - una Kim Gordon sempre più trappusa - degli Xiu Xiu NSFW - una collabo inedita di Jay-Z e Nas su una traccia di Shaq - e infine Porches, che mi gasa sempre più
Qualcosa da leggere
su Fanpage ho ragionato sulla stupidità di chi rifiuta tout court il pop presente e si rifugia in estetiche morte
su DLSO ho scritto di un vibe shift nel pop a partire da Charli xcx
e poi c’è questo profilo di Mabe Fratti su Pitchfork che ti può aiutare ad ascoltare meglio il disco con cui è iniziata questa interminabile newsletter
come diciamo qui in germania, in amburghese stretto: mabe fratti piezz e core. stop.