Il concerto che mi ha portato qui
Tipo i Mogwai. Una storia personale di 15 anni fa e cinque lezioni sulla musica che ho imparato una sera a Londra
- So che scrivi di musica…
- Sì, musica noiosa. Tipo i Mogwai.
Questo scambio di battute è avvenuto nel marzo del 2010, a Cologno Monzese. Dovrei aggiungere che mi trovavo nello studio di Chi vuol essere milionario?, che la persona che parlava con me era Gerry Scotti, e che io avevo citato i Mogwai davanti alle telecamere del quiz più visto del momento, nella fascia cosiddetta access prime time. Non è questa storia, però, che ti vorrei raccontare oggi: è la storia della scommessa che ho fatto quel giorno, giurando che, prima o poi, parlare di musica noiosa sarebbe diventato il mio mestiere.
È successo quasi esattamente 15 anni fa, il 24 ottobre 2008: era appena finito un concerto della band scozzese che avevo sognato, desiderato, progettato per mesi. Quella sera non ho ricevuto un’illuminazione particolare, però ho imparato cinque lezioni importanti sulla musica. E poi ho pensato: “non voglio che finisca qui”. E non è finita, in effetti.
Non ricordo bene cosa fosse successo prima del 27 luglio 2008, ma ho ancora la ricevuta (intestata a mio padre) che conferma l’acquisto del biglietto per quella che sarebbe stata l’ultima data britannica del tour dei Mogwai, che quell’anno stavano promuovendo il disco The Hawk Is Howling. Non il punto più luminoso della loro carriera, ma avrei dovuto accontentarmi. Costo: 26 sterline, che al netto dell’inflazione e del cambio corrispondono a 46,50€ di oggi. Senza contare i voli di andata e ritorno per Londra. Per l’alloggio ero sistemato: mi avrebbe ospitato mia cugina, con la quale avevo riallacciato i rapporti da poco, quando avevo fatto da testimone/officiante del suo matrimonio indiano (questa è un’altra storia). Avevo 22 anni. Era la prima volta che facevo una cosa del genere. Ero un disastro.
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