FINORA: i migliori dischi del 2024
Tredici ottimi album, altre due dozzine di titoli fighi e 21 dischi italiani top dal primo semestre dell'anno
Fare una classifica della prima metà del 2024 per me non è compilare un contenuto semplice. Al contrario, è uno dei lavori più faticosi, perché quando ti poni l’obiettivo irrealistico di ascoltare 800 nuove tracce ogni settimana, il tempo per rivisitare gli album preferiti scarseggia. Ma per me è una scusa anche per dare spazio ai dischi che ho ascoltato ma di cui non ho potuto scrivere niente perché la newsletter era in pausa. Questo significa - l’hai già capito - che sarà una newsletter lunga e ti invito a leggerla sul sito.
Come funziona questo post: ti segnalerò una dozzina di dischi, e per ciascuno di questi te ne suggerirò altri che potrebbero piacerti, e che sono altre bellissime uscite che - in questo momento - mi sento di mettere un filo sotto. Contiene diversi link alle mie precedenti recensioni, se vuoi prenderti cinque minuti per approfondire. Se ne ho già scritto, sarò breve, o addirittura brevissimo. Se non l’ho fatto, sarò Pucci, e rimedierò con una microrecensione qui sotto. A meno che non mi sia confuso, di seguito saranno elencati solo LP: Pucci Weekly parla spesso di EP, ma qui mi sono limitato alle cose più lunghe. Ricordati che puoi recuperare tutto quel che è uscito finora nel Cestone.
🟩 Charli xcx, brat
Un po’ mi sento di doverti una recensione di questo disco, di cui ho parlato girandoci intorno almeno un paio di volte. brat è il raro caso di un fenomeno culturale che è anche una bella collezione di tracce. “Se A.G. l’ha fatto, salterai” è più di una dichiarazione d’affetto per quello che non è solo un collaboratore (come alcune testate note hanno scritto…), ma un vero socio di Charli, il produttore esecutivo di tutti i suoi progetti da 8 anni a questa parte, un amico fraterno. Ma suona anche come una profezia autoavverata: il mainstream si è spostato sempre più verso le nicchie in questi anni, e il pastiche pop-dance PC Music che per tanto tempo è stato considerato un esercizio intellettuale carino e poco più finalmente ha raggiunto il punto di bollore e sta uscendo fuori dalla pentola grazie all’egemonia di una internet culture tanto pervasiva quanto frammentaria. Merito di un quinquennio buono (accelerato in pandemia) in cui l’hype sull’hyperpop è continuato a salire - tanto che adesso arrivano anche a me comunicati stampa da fonti insospettabili su artisti italiani hyperpop1. E adesso, se un’aspirante icona non è un po’ terrificante, ci interessa veramente? Prepariamoci agli ultimi singhiozzi del pop da cameretta delle relatable queens.
Tutto dell’ultimo disco di Charli è stato perfetto: la copertina brutta che è diventata un meme potentissimo, completamente nelle mani dei fan (esiste anche un generatore di copertine ufficiale, ovvio); i singoli oggettivamente potenti; il focus sulla club culture, il suo edonismo caotico e alcuni dei suoi maestri recenti (club classics è un po’ nipotina di Teachers? forse ma è anche la chiusura di un cerchio, 360); l’eterna immaturità; la teatralità; l’elastico tra inattingibilità e identificazione, e tutto ciò che permette a qualsiasi trentenne di rispecchiarsi in questo verde acido provando a vederci qualcosa di sé (e invece è il contrario, ti guardi allo specchio e vedi Charli, se diamo retta a 360); e poi, il remix di girl, so confusing con Lorde, probabilmente il momento pop più significativo di tutto l’anno. Un disco che ti fa stare bene, ti devasta, ti riprende e ti ributta nella mischia.
Prova anche: A.G. Cook, Britpop - Dua Lipa, Radical Optimism (extended version) - Empress Of, For Your Consideration - Sega Bodega, Dennis - Mahmood, Nei letti degli altri - Kali Uchis, Orquídeas
🎭 English Teacher, This Could Be Texas
Forse il disco che mi ha strapazzato di più quest’anno e non sono mai riuscito a parlarne - quindi lo faccio qui! Si tratta del debutto di una band di Leeds (vera metropoli musicale inglese) guidata da una frontwoman che sembra scrivere con una penna di marmo per come ogni parola pesi. La produzione del disco è di Marta Salogni, una certezza ormai, perché il disco ha esattamente la quantità di aria e riverbero e chiarezza necessaria per brillare come la punta di un fiammifero prima di essere spenta dal vento. Io sono fissato con scrittura e composizione, vero, ma quando senti un’apertura come quella del ritornello di Broken Biscuits non sono solo gli echi cavernosi e le chitarre scintillanti a portarti via: è proprio come sta scritto, l’idea di chiudere il ritornello con due versi spoken word. E non parliamo nemmeno della traccia migliore, tutt’altro. C’è un senso di libertà infinito, che rende difficile puntare con precisione estrema alle affinità stilistiche di questo disco: diciamo post-punk, perché il basso martella, gli accordi minori spadroneggiano e la voce è declamatoria - e che timbro, santodio, da Lily Fontaine potresti farti recitare la lista della spesa. Ma è una definizione di comodo. Perché in tante tracce, come Mastermind Specialism, la brutalità secca di quel genere si fa da parte e arriva un’eleganza decadente che in parte ricorda i Black Country, New Road, e in parte le bustine di tè al bergamotto.
Prova anche: Yard Act, Where’s My Utopia? - King Hannah, Big Swimmer - Mount Kimbie, The Sunset Violent - The Last Dinner Party, Prelude To Ecstasy - Tomato Flower, No - The Smile, Wall Of Eyes
🎨 Bill Ryder-Jones, Iechyd Da
Di questo disco ho parlato già un po’ (vedi link), ma voglio aggiungere che ascoltando così tanta musica ogni settimana ho il privilegio talvolta di entrare dentro opere che mi danno l’idea di assomigliare terribilmente alle persone che le hanno create. Non significa che non sia inclusa una certa percentuale di finzione, ma gli album di questa categoria (compresi quelli qua sotto) mirano dentro un nucleo incandescente. Questa specie di Elliott Smith del Merseyside ma senza cupio dissolvi, questo suo lavoro di amore e di cura ti dimostra che il bello esiste nel mondo, e continua a sbocciare anche se siamo pessimisti. Fosse anche solo per quest’apertura di mondi, sarei pronto a lottare per questo disco come migliore uscita dell’anno, punto e basta.
Prova anche: Jessica Pratt, Here In The Pitch - Beth Gibbons, Lives Outgrown - Brittany Howard, What Now
🐴 Adrianne Lenker, Bright Future
Nell’anno in cui Beyoncé pubblica un disco country, Post Malone pubblica un disco country, e così via, chi fa musica da bovaro e parla della parte dimenticata (o presunta tale) degli Stati Uniti sembra allo stesso tempo attualissimo e fuori dai giochi. Fortunatamente ci sono almeno un paio di album che già hanno messo in chiaro che scrivere canzoni non è uno scherzo, e che la heartland America è ancora una terra di storie pazzesche, cuori spezzati e vite sospese, tutt’altro che il paradiso georgico che qualcuno vorrebbe dipingere con il grosso pennellaccio dei cliché country. Insomma, se in questa parte del mondo hai vissuto, se hai dormito più volte del necessario sui sedili di un’auto a bordo strada, forse hai qualcosa da dire in più rispetto a chi osserva tutto ciò dal finestrino della sua Ford F-150. Adrianne Lenker ha avuto una vita così. Ma la vita così non è tutto. Serve la scrittura, perché questo è il terreno di gioco del vero e proprio folk, dove l’unica cosa che hai da dare sono una storia e un pugno di note. E Lenker ne ha entrambe: Real House, l’apertura, è un racconto devastante di memorie assemblate tra gli spostamenti di una giovinezza spettinata, una specie di messinscena psicanalitica in cui i traumi emergono spazzando via ogni pretesa di ordine e struttura, eruttando da sotto la crosta. Sadness As A Gift è una delle canzoni più malinconicamente cantabili dell’anno, a mani basse. E siamo solo alle prime due tracce: più avanti c’è la voglia di sperimentare con il suono pur senza uscire dal tracciato strumentale del genere, la voglia di espandere la proverbiale tavolozza (Fool); ritratti di vita senza belle risoluzioni e bei simbolismi (Vampire Empire); invenzioni linguistiche (Evol). Dischi così non solo ti fanno vedere dentro una persona, ma ti fanno capire che intorno a te esiste un’umanità che coltiva pensieri, desideri, fantasie che sono afferrabili, a un passo, eppure completamente estranee finché non si aprono la bocca e le orecchie.
Prova anche: Waxahatchee, Tigers Blood - Hurray For The Riff Raff, The Past Is Still Alive - Another Michael, Pick Me Up, Turn Me Upside Down - Arianna Pasini, Verso una casa
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😵💫 Cindy Lee, Diamond Jubilee
Prova anche: mui zyu, nothing or something to die for - Claire Rousay, sentiment - John Cale, Poptical Illusion - Porta D'Oro, Così dentro come fuori
🤔 Mabe Fratti, Sentir que no sabes
Angélica Garcia, Gemelo - any other, stillness, stop: you have a right to remember - Faye Webster, Underdressed At The Symphony - Laetitia Sadier, Rooting For Love
🎻 Astrid Sonne, Great Doubt
Prova anche: Martha Skye Murphy, Um - Moor Mother, The Great Bailout - Maria Chiara Argirò, Closer
🎶 Mdou Moctar, Funeral For Justice
Prova anche: Khruangbin, A LA SALA - Pond, Stung! - O., WeirdOs - Moon Diagrams, Cemetery Classics
💥 Mannequin Pussy, I Got Heaven
Prova anche: Kim Gordon, The Collective - Shellac, To All Trains - Lip Critic, Hex Dealer - Cloud Nothings, Final Summer - Big Brave, A Chaos Of Flowers - Bulgarelli, Fat Animals
🔉: Vince Staples, Dark Times
Prova anche: Erika de Casier, Still - Fabiana Palladino, Fabiana Palladino - KAYTRANADA, TIMELESS - NxWorries, Why Lawd? - Zsela, Big For You
🎩 Friko, Where we’ve been, Where we go from here
Prova anche: MGMT, Loss Of Life - Vampire Weekend, Only God Was Above Us - St. Vincent, All Born Screaming - This Is Lorelei, Box For Buddy, Box For Star - Arab Strap, I’m totally fine with it 👍 don’t give a fuck anymore 👍
🗣️ Erick The Architect, I’ve Never Been Here Before
Prova anche: Heems, Lafandar - Mach-Hommy, #Richaxxhaitian - ScHoolboy Q, Blue Lips - Club Dogo, Club Dogo
🎸 DIIV, Frog In Boiling Water
Prova anche: Liquid Mike, Paul Bunyan’s Slingshot - From Indian Lakes, Head Void - Glitterer, Rationale - Lamante, In memoria di
🇮🇹 Una lista dei migliori italo dischi 🇮🇹
Ho già menzionato alcuni dei dischi italiani che più mi sono piaciuti in questa prima metà di anno qua sopra, ma è giusto metterli in fila anche qui, per ricordarci che la musica italiana non è ferma proprio per niente. Magari ho perso per strada qualcosa, ma nessuno è perfetto.
Coca Puma, Panorama Olivia
Maria Chiara Argirò, Closer
Arianna Pasini, Verso una casa
Lamante, In memoria di
any other, stillness, stop: you have a right to remember
Evita Polidoro, Nerovivo
Simone Matteuzzi, Invito per colazione
Riviera, Sempre
Vale LP, Guagliona
clauscalmo, Passo Monteluna
Bulgarelli, Fat Animals
Festa Del Perdono, Società mentale
Addict Ameba, Caosmosi
I Hate My Village, Nevermind the Tempo
Porta D'Oro, Così dentro come fuori
Tamburi Neri, La notte
Sxrrxwland, Anima macchina
Vasco Brondi, Un segno di vita
Kiwi 666, Y
Lepre, Eremo
Cosmo, Sulle ali del cavallo bianco
Club Dogo, Club Dogo
E questo è quanto, per i primi sei mesi dell’anno. La Weekly della scorsa settimana verrà accorpata a quella della prossima, non avertene a male. Buon ascolto.
non mi riferisco ovviamente a professioniste che trattano l’hyperpop italiano da tempo e con competenza, come Cecilia Esposito